I lavori manuali e i movimenti altamente ripetitivi rappresentano rischi di prioritaria importanza, che meritano sempre più particolare attenzione, poiché molte attività lavorative, in particolare quelle richiedenti posture incongrue ed attività ripetitiva, possono essere correlate allo sviluppo di disturbi muscolo-scheletrici.

La ripetizione di una particolare attività induce sollecitazioni, piccoli traumi ed usura delle articolazioni, dei muscoli e dei tendini che danno luogo, gradualmente, a patologie a carico del lavoratore.

Il rischio da movimenti ripetitivi riguarda esplicitamente gli arti superiori, cioè legati: all’utilizzo di mani, polsi, gomiti e spalle, nel caso di attività che comportano la ripetizione dello stesso movimento o insieme di movimenti degli arti superiori, ad intervalli prestabiliti e per un certo periodo di tempo.

Quando compiamo movimenti ripetitivi utilizziamo principalmente ossa, articolazioni, tendini e muscoli: quando vengono utilizzati quotidianamente per compiere lo stesso movimento, questi elementi vengono sottoposti a “Sovraccarico Biomeccanico”. Infatti le ossa ed articolazioni si deteriorano, i muscoli invece, iniziano ad affaticarsi e diventare dolenti a causa del minor afflusso di sangue (e quindi minor rilascio di ossigeno ai tessuti). A questa causa naturale si uniscono poi varie concause come la predisposizione della persona o la tipologia di attività lavorativa (orario del turno, pause, forza e frequenza).

E’ opportuno utilizzare metodi di valutazione che permettano di stimare quali siano le cause e che determinino l’entità del rischio nella lavorazione esaminata.

Allo stesso tempo, è importante conoscere i fattori critici di maggior peso, sui quali un eventuale intervento possa ridurre in modo sostanziale il rischio.

La movimentazione manuale dei carichi è definita dalla guida dello statunitense NIOSH (1981) e dalle norme tecniche ISO 11228. Il D.Lgs. 81/08 all’art. 168 c.3, facendo riferimento all’allegato XXXIII, impone al datore di lavoro di valutare il rischio connesso alla movimentazione manuale dei carichi utilizzando la nuova norma tecnica ISO 11228 oppure le buone prassi o linee guida.

In particolare la norma tecnica ISO 11228-3 presenta un approccio generale al metodo OCRA, che consiste nell’identificare i “principali fattori di rischio che possono essere presenti in un’attività lavorativa, e stabilire se possono essere determinanti nell‘ instaurarsi di patologie a carico degli arti superiori”. L’indice OCRA è dato dal rapporto tra il numero delle azioni effettivamente svolte in un turno di lavoro ed il corrispondente numero di azioni raccomandate. Tale indice è in grado di prevedere la probabilità di contrarre patologie da movimenti e sforzi ripetuti degli arti superiori (WMSDS) per ogni livello di esposizione stimato.

La valutazione del rischio viene effettuata mediante Check-list OCRA, la quale permette di effettuare uno screening veloce e di individuare le postazioni a rischio, mediante l’analisi e la quantificazione dei singoli fattori di rischio.

La rilevanza dei fattori di rischio che possono essere causa delle patologie muscolo-scheletriche è strettamente correlata alla durata dell’esposizione; l’indice di rischio OCRA consente di valutare il peso di ciascuno dei fattori di rischio e di accorparli successivamente in un unico indice.

I fattori di rischio previsti sono:
-Frequenza e ripetitività dei gesti lavorativi;
-Forza manuale;
-Postura degli arti superiori;
-Presenza di fattori complementari di rischio;
-Tempi di recupero.

Il metodo di valutazione di una lavorazione prevede la valutazione direttamente presso i posti di lavoro, comprendendo l’analisi sintetica di ciascuno dei fattori di rischio.

La somma dei singoli punteggi di rischio per ciascuno dei fattori, porta ad un valore finale che consente di stimare la fascia di rischio. I valori ricavati dalla Check-list vengono successivamente comparati a quelli dell’indice di rischio.

Le misure di prevenzione e protezione da adottare prevedono:

- interventi strutturali volti alla riprogettazione della postazione lavorativa, per consentire lo svolgimento della mansione in condizioni ottimali;

- interventi organizzativi, finalizzati a migliorare gli aspetti relativi alla elevata frequenza delle operazioni che vengono eseguite, o alla carenza di pause di recupero adeguati;

- interventi formativi, che devono prevedere iniziative di tipo informativo sui rischi e formativo sulle misure di prevenzione.